Ho recentemente letto un ottimo articolo su come il Comune di Milano stia per adottare lo strumento del “Baratto amministrativo per Morosità incolpevoli”.
Mi sono chiesto come fosse possibile che un Comune con più di un milione di abitanti potesse istituire questo servizio, mentre nel nostro Comune, con poco più di 5000 abitanti, non fosse proprio possibile.
Immagino che la gestione non sarà così facile per un Comune tanto grande, invece sono convinto che potrebbe essere realizzato con molte meno difficoltà in una realtà più piccola come quella di San Clemente.
Ho riletto attentamente tutto il bando del Comune di Milano, (qui il bando) confrontandolo con quanto detto dal nostro Sindaco, in risposta alla mozione (qui la mozione) presentata a Luglio dai nostri consiglieri Casamenti e Roselli.
Quello che mi ha sorpreso nel rileggerla, è la motivazione, che “pur valutando la bontà e lo scopo”, si è soffermata a precisare come un buon ragioniere i presunti i costi, ritenuti a suo dire ,” eccessivi”.
Non sono un tecnico in materia economica e quindi non mi pronuncio sui tecnicismi, ma vorrei pur fare una normale correlazione da quanto scritto sul Bando di Milano, con quanto detto dal nostro Sindaco, analizzando punti principali ed evidenziando quello che secondo me non è chiaro:
La risposta del Sindaco sulla Mozione :
“In merito alla mozione da voi presentata questa amministrazione ne ha valutato sicuramente la bontà e lo scopo che, come anche voi avete scritto in un passaggio della mozione, trattandosi di aiutare nostri cittadini in difficoltà ha stimolato in noi interesse e la consueta sensibilità con la quale cerchiamo di affrontare queste tematiche. Per questo motivo ci siamo relazionati con i vari uffici per raccogliere il maggior numero di informazioni e pareri per poi condividere con l’intera maggioranza l’argomento in questione. Consideriamo però che la norma che introduce il Baratto Amministrativo è, come tutte le norme, astratta per cui poi, la stessa deve applicarsi nelle varie realtà comunali. Quando lo abbiamo fatto, quando cioè abbiamo cercato di contestualizzare il baratto all’interno del nostro comune facendo uso anche delle informazioni e pareri degli uffici di cui ho parlato pocanzi, abbiamo constatato che le esigenze che presenta il nostro comune non possono essere soddisfatte da questo istituto per una serie di motivi. Al nostro Comune servono persone che svolgano le mansioni tipiche dei cantonieri e ad essi dovrebbero essere affiancati durante il lavoro, perlomeno nelle prime settimane affinché possano conoscere luoghi di lavoro e le procedure”.
A Milano è presente nella domanda che il candidato deve compilare questa dicitura:
“di essere professionalmente formato per svolgere le seguenti attività ….”
“Questo significa, nell’ipotesi di baratto amministrativo: assicurare il cittadino; fargli frequentare un corso di formazione ai sensi della legge per la sicurezza sul lavoro ( come hanno tutti i nostri collaboratori) presso la SEA o altro ente formativo; fornirgli adeguato abbigliamento e dispositivi di protezione individuale; mezzi su cui muoversi ( ad es. l’ape car)”
Di tutto questo nel Bando del comune di Milano non c’è traccia, e penso che non sarebbe stato un problema recarsi direttamente sul posto dove si sarebbe dovuto eseguire il lavoro con il mezzo proprio o magari accompagnato dagli altri cantonieri.
“Tutto questo per un costo di circa euro 480 a cui va aggiunto l’acquisto del mezzo, anche usato per un costo approssimativo di 5/6000 euro. Obiettivamente sono costi in questo momento eccessivi! Non ci aiuterebbero neanche le modalità di scelta dei partecipanti a un eventuale bando. Si dovrebbe scegliere in base alle fasce ISEE e alcuni soggetti potrebbero essere più idonei di altri pur avendo un ISEE superiore”.
E’ qui al punto 6 del Bando (qui il pdf) è scritto:
6) ASSICURAZIONE I cittadini che aderiscono alla sperimentazione del baratto amministrativo saranno assicurati a cura dell’Amministrazione Comunale per la responsabilità civile verso terzi connessa all’attività, nonché per gli infortuni che gli stessi dovessero subire durante lo svolgimento delle attività. Il costo della copertura assicurativa è recuperato attraverso l’esecuzione delle prestazioni. Il cittadino altresì risponderà personalmente di eventuali danni a cose e/o a persone non coperti dalle polizze assicurative ordinarie.
“Oltretutto la nostra responsabile dell’ufficio finanziario nei giorni scorsi ha contattato il comune di Ivorio che è il primo comune ad aver approvato il regolamento del B.A. Tale Comune non ha idea al momento di quante persone potrebbero partecipare. Anche per loro sarà difficoltoso formare persone che poi non rimangono più di un mese al servizio della P.A. Pensate per il nostro responsabile quanto possa essere complicato un così cospicuo turn over visto che la nostra area dei lavori pubblici è composta da una risorsa e mezzo”.
Per questa figura è stato inserito nel Bando di Milano la figura del Tutor e Sponsor anch’esso reclutato tra i soggetti :
“Io ritengo che lo strumento del baratto possa essere utile ma in altre realtà, in città più grandi dove esistono magari mercati rionali da dover pulire a fine giornata; dove sono presenti scuole comunali e quindi questi cittadini in debito verso la p.a, potrebbero affiancare per esempio gli operatori scolastici (dipendenti comunali) nelle pulizie di locali scolastici;”
Anche nel nostro Comune sono presenti questi plessi, dove è possibile far svolgere queste attività.
“città che hanno vari parcheggi sparsi nei centri storici che vanno custoditi. Questi, a mio parere potrebbero essere i gli impieghi giusti per questo tipo di obiettivo, anche se poi va sottolineata una cosa importante e che non va sottovalutata e cioè, che anche se tali volontari vengono impiegati in lavori a basso rischio, questo non significa che non possano succedere infortuni esponendo al rischio di procedimenti penali il responsabile dell’area tecnica. A questi cittadini comunque, cerchiamo, come sapete, di aiutarli tramite il nostro registro dei volontari. Un registro dove si iscrivono persone che chiedono un aiuto, ci forniscono un curriculum e quando l’amministrazione ritiene di aver bisogno di una determinata “professionalità”, li impiega tramite una cooperativa che li assicura e noi riconosciamo un rimborso spese che è poco più di 4 euro all’ora cercando così di contribuire ad una piccola integrazione reddituale. E’ poi allo studio, una bozza di regolamento che ci permetterà, dopo averlo approvato, di impiegare le maggiori risorse che con il bilancio di previsione abbiamo destinato al capitolo del sociale. Stiamo valutando se sia più opportuno intervenire come sostegno al reddito di famiglie in difficoltà o istituire un piccolo fondo per l’affitto, o magari mantenere quelle risorse libere per poterle usare in casi particolari dove esistono gravi problemi di salute, situazioni di handicap a carico, persone anziane e sole. Per i motivi sopra esposti chiedo di bocciare la mozione.”
Per tutto questo credo che la realizzazione del Baratto Amministrativo anche nel nostro Comune, prendendo ad esempio questo Bando, avrebbe potuto essere molto utile.
Era stato anche sottolineato dalle nostre Consigliere che avrebbe dovuto essere redatto il regolamento con il quale si sarebbero dovute decidere le norme, magari anche mettendo dei paletti più “stringenti”, poi in seguito si sarebbe potuto aggiustare in base alle esigenze, ma credo che BOCCIANDO la Mozione non si sia dato ai cittadini Sanclementesi la possibilità di aiutare e allo stesso tempo decurtare il proprio debito con l’amministrazione.
E’ giusto che l’amministrazione adotti e continui ad adottare gli strumenti di sostegno alle famiglie in difficoltà, ma è anche vero che il Baratto, avrebbe avuto un valore aggiunto, e per questo invito il Sindaco in primis, e tutta l’amministrazione a considerare nuovamente la possibilità di introduzione di questo “Baratto Amministrativo” al quale stanno aderendo negli ultimi mesi tantissimi Comuni anche delle dimensioni del nostro.
Ivan Pracucci
Attivista M5S